Descrizione
01/03/2024Il suono delle campane si lega a una tradizione molto antica che accomuna culture fra loro distanti e eterogenee. Possiamo immaginare che questa ubiquitaria presenza sia almeno in parte legata al suono evocativo che le caratterizza, e al quale è stata attribuita la valenza apotropaica di scacciare gli spiriti maligni o allontanare i temporali, un potere musicoterapico per la cura di corpo e anima, la capacità di condurre in uno stato meditativo, ma anche di incitare gli animi alla battaglia.
L’uso delle campane nelle chiese si è sviluppato principalmente nel periodo medievale ed è diventato simbolo di cristianità. Il suono delle campane esortava i fedeli a raccogliersi e a partecipare alle celebrazioni liturgiche. Nel tempo però, accanto a questa finalità religiosa, ha acquisito anche altri compiti tra cui quello di segnalare un pericolo o, soprattutto nelle zone rurali, di cadenzare lo scorrere delle ore, scandendo così i ritmi del lavoro e del riposo, l’annuncio del nuovo giorno e del suo volgere al termine, il segnale della festa e l’ora del pasto. Il suono delle campane è così diventato parte della nostra storia e identità culturale, come testimoniano molte poesie popolari e opere letterarie e pittoriche. Dal suono delle campane ha tratto ispirazione anche il poeta Giuseppe Gioachino Belli nel sonetto Le campane composto nel 1834 in vernacolo romanesco: Le campàn de le cchiese, sor Grigorio,/sò dde metall’infuso e bbattezzate,/e vve fanno bbellissime sonate/a cchi ha cquadrini da pagà er mortorio. L’antica licenza poetica rievoca le funzioni attribuite al suono delle campane, che assolvevano al compito di elevare le anime al cielo e che possiamo ritrovare, in versione più recente e drammatica, nel noto romanzo di Ernest Hemingway “Per chi suona la campana”.
Quando la campana disturba
A oggi, alla luce dei grandi mutamenti che la società sta vivendo, quel suono così radicato nelle nostre tradizioni ha perduto per molti la valenza originaria e, anzi, è divenuto in certi casi fonte di fastidio e disturbo, soprattutto nell’uso meramente profano o civico (es. rintocchi dell’orologio), se abusato e persistente nelle ore notturne. Viene dunque da chiedersi come possa un “suono” così distintivo della nostra storia e tradizione popolare costituire motivo di preoccupazione. Per capirlo, è necessario distinguere l’intolleranza dall’intollerabilità al rumore.
L’intolleranza rappresenta quella particolare incapacità di sopportare tutto quello che è o potrebbe rivelarsi per noi sgradevole o dannoso, mentre l’intollerabilità rappresenta quella condizione o situazione che è divenuta per noi insostenibile. In altre parole, l’intolleranza è legata alla persona, mentre l’intollerabilità è associata all’entità e qualità del suono generato.
Dai sopracitati elementi trae basilare riferimento l’attuale impianto normativo e regolamentare legato alla valutazione e rivendicazione del disturbo da rumore, compreso dunque anche quello del suono delle campane. Nell’ordinamento penale (ex art. 659 C.P.) viene punita la manifesta reazione così pure la potenziale attitudine a disturbare una indeterminata pluralità di persone intollerabili a tali suoni. Invece nell’ordinamento civile (ex art. 844 c.c.) e in quello pubblicistico (ex L.447/95) primeggia la quantificazione dell’intensità sonora in deciBel (dB), oltreché la valutazione di criteri di tipo acustico (soglie limite) e psicoacustico (effetti provocati). Le normative canonico-liturgiche, infine, ne disciplinano e raccomandano l’uso nelle chiese (Circolare n. 33 della Conferenza Episcopale Italiana del 10 maggio 2002).
Se dunque è normale che le persone tollerino una certa quantità di rumore se esso va a beneficio della collettività, risulta per contro auspicabile voler limitare gli eccessi, che rischiano di danneggiare il suono delle campane e il legame che esso crea con il nostro passato, le origini, la storia e la cultura del territorio, dacché “il popolo è l’insieme di esseri razionali, associato nella concorde comunione delle cose che ama” (Sant’Agostino).
Luciano Mattevi, Laura Toniutti
La sezione del sito web di APPA dedicata alla tematica "Rumore"