Descrizione
01/06/2023L’edizione 2023 del Trento Film Festival, il più importante festival cinematografico di montagna in Italia, ha visto per la seconda volta l’assegnazione del “Premio Green Film”, istituito dall’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (APPA) e dalla Trentino Film Commission. Le due istituzioni dal 2016 collaborano nel progetto “Green Film”, che prevede l’assegnazione di un marchio di qualità ambientale alle produzioni audiovisive che dimostrano di ridurre il loro impatto ambientale (www.green.film). Il “Premio Green Film”, consistente in 1.500 euro più la copertura dei costi di consulenza per l’ottenimento del marchio Green Film per una futura produzione audiovisiva (fino a un massimo di 1.500 euro), è andato al film in grado di esprimere in maniera più efficace i valori e le pratiche della protezione e della sostenibilità ambientale, con particolare attenzione all’ambiente montano e ai cambiamenti climatici.
“The North Drift”, per aprire gli occhi sul mare di plastica in cui stiamo affogando
A vincerlo è stato “The North Drift”, documentario del tedesco Steffen Krones (2022, 92 minuti). Il regista stesso, andato a trovare un amico in Norvegia, s’imbatte in una bottiglia di marca tedesca, arenata su una delle isole più remote dell'arcipelago delle Lofoten, nell'Oceano Artico. Com’è arrivata fin lì? Per rispondere alla domanda, Krones torna in Germania e poi si mette in viaggio lungo il fiume Elba. Aiutato da collaboratori vari, scienziati, attivisti, amici, scoprirà così “la deriva nordica”, l’incredibile rotta che i rifiuti plastici compiono dalla Germania alla Norvegia. “The North Drift” è stato premiato dalla giuria del “Premio Green Film”, composta da membri di APPA e Trentino Film Commission, con la seguente motivazione: “Un viaggio avventuroso dentro al mare di rifiuti plastici che si accumulano nell'Artico, capace d'informare in modo scientifico e rigoroso, ma al tempo stesso coinvolgente, propositivo ed empatico, su uno dei maggiori problemi che affligge oggi l'ambiente, chiamando con forza lo spettatore all’azione”.
Una menzione speciale è stata poi riservata ad altri due film: “Wild Life”, documentario degli statunitensi Elizabeth Chai Vasarhelyi e Jimmy Chin (2023, 93 minuti), e “Let the River Flow”, fiction della norvegese Ole Giæver (2023, 118 minuti).
“Wild Life”, per scoprire cosa può accadere se un imprenditore abbandona il mito degli affari
In “Wild Life”, i registi seguono l'ambientalista Kris Tompkins in un’epica storia d'amore attraverso i decenni, selvaggia come i paesaggi alla cui protezione ha dedicato la vita. Dopo essersi innamorati in età avanzata, Kris e l’imprenditore, esploratore e alpinista Doug Tompkins si sono lasciati alle spalle il mondo dei marchi outdoor di successo che avevano contribuito a creare, come Patagonia, The North Face ed Esprit, per dedicarsi al visionario progetto di creare dei parchi nazionali tra Cile e Argentina. Il documentario racconta gli alti e bassi dell’avventura che ha portato alla più grande donazione di terreni privati della storia. “Wild Life” ha ottenuto la menzione speciale dalla giuria del “Premio Green Film” con la seguente motivazione: “Mostra cosa può accadere se un imprenditore abbandona il mito degli affari e comprende la necessità di cambiare davvero modello, spostando il centro del proprio operato dal profitto alla sostenibilità, dall'uomo all'ambiente”.
“Let The River Flow”, per riscoprire il valore della disobbedienza civile per l’ambiente
In “Let the River Flow”, Ester si trasferisce ad Alta, nel nord della Norvegia, durante l'estate del 1979, per iniziare a insegnare in una scuola elementare. Come molti Sámi dell'epoca, si vergogna delle sue origini e nasconde la sua etnia. Ester fa di tutto per essere accettata, persino stando al gioco di battute sprezzanti. Quando suo cugino Mikkhal la porta in un accampamento vicino al fiume Alta, dove la gente sta manifestando contro la costruzione di una diga, Ester scopre che la lotta per salvare il fiume è anche una rivolta contro gli anni di brutale razzismo e discriminazione nei confronti del suo popolo. “Let the River Flow” ha ottenuto la menzione speciale dalla giuria del “Premio Green Film” con la seguente motivazione: “Duro, intenso, tragico, racconta una storia esemplare in cui la minoranza Sami in Norvegia ricorda gli attivisti per il clima di oggi, troppo spesso insultati e inascoltati, mostrando come la disobbedienza civile sia, in casi estremi, l'unica via percorribile per difendere i diritti dell'ambiente e degli uomini”.
Marco Niro