Nuove stufe e spazzacamini qualificati per ridurre le emissioni del riscaldamento domestico

La grande maggioranza delle emissioni di polveri fini e ultrafini in atmosfera deriva, in Trentino, dal riscaldamento domestico, in particolare quello a legna. Nuove stufe e spazzacamini qualificati possono portare alla riduzione di tali emissioni, in accordo col Piano provinciale di tutela della qualità dell’aria elaborato dall’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente
(APPA informa - Numero 23 - Marzo 2023)

Data di pubblicazione:Mercoledì, 01 Marzo 2023

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01/03/2023

La grande maggioranza delle emissioni di polveri fini e ultrafini in atmosfera deriva, in Trentino, dal riscaldamento domestico, in particolare quello a legna. Nuove stufe e spazzacamini qualificati possono portare alla riduzione di tali emissioni, in accordo col Piano provinciale di tutela della qualità dell’aria elaborato dall’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (APPA).

Il rinnovo del parco stufe

Secondo le stime condotte per l’elaborazione dell’Inventario provinciale delle emissioni in atmosfera 2019, le emissioni generate dal riscaldamento domestico in Trentino costituiscono l’84% delle emissioni di polveri fini e ultrafini e il 98% delle emissioni di benzo(a)pirene, quasi totalmente generate dalla combustione della legna in piccoli impianti di combustione a biomassa di potenza termica inferiore a 19 kW.

Il Piano provinciale di tutela della qualità dell'aria, redatto da APPA e approvato nel 2018, prevede per il settore civile-energetico il miglioramento delle prestazioni emissive degli edifici e degli impianti termici attraverso varie misure, tra cui il rinnovo dei generatori di calore domestici a legna.

Grazie a un redigendo accordo con il Ministero per la transizione ecologica e la sicurezza energetica, che metterà a disposizione risorse finanziarie fino a un massimo di 5 milioni di euro, la Provincia autonoma di Trento prevede nell’immediato futuro una misura di decisa incentivazione alla sostituzione di dispositivi obsoleti alimentati a biomassa, da attuare a partire dal 2023 e concludere entro il 2028.

In particolare, si prevede la concessione di un cofinanziamento in una percentuale aggiuntiva rispetto a quella rilasciata dal Gestore Servizi Energetici (GSE) nell’ambito del cosiddetto “Conto Termico”, nonché alle detrazioni fiscali per l’efficientamento energetico degli edifici e per le ristrutturazioni (cosiddetti Ecobonus e Bonus casa), per interventi di sostituzione di dispositivi alimentati a biomassa costruiti prima del 2010, non più in grado di garantire una combustione ottimale della legna e privi di certificazione ambientale, con dispositivi di ultima generazione (pompe di calore e solare termico, caldaie e stufe a pellets o biomassa 4 e 5 stelle e impianti ibridi a pompa di calore), in grado di ridurre sensibilmente la quantità di polveri e composti organici volatili emessi in fase di funzionamento.

La valorizzazione del ruolo di spazzacamino

La figura dello spazzacamino assume un ruolo di grande significato nel garantire il corretto utilizzo e la sicurezza degli impianti domestici alimentati a legna/pellet e delle canne fumarie. Il suo ruolo è molto importante anche nel creare condizioni favorevoli per la riduzione delle emissioni attraverso una corretta manutenzione degli impianti e, soprattutto, sensibilizzare gli utilizzatori di questi impianti, che devono essere educati sulla corretta scelta dei combustibili e sull'importanza della manutenzione periodica.

Proprio per questo motivo, la volontà di valorizzare quanto più possibile la figura dello spazzacamino trova evidenza in una della azioni previste dal Piano provinciale di tutela della qualità dell’aria. Partendo da questi presupposti, all’interno del progetto europeo Life PREPAIR, di cui la Provincia autonoma di Trento è partner, è stata strutturata e poi attuata una specifica azione volta alla valorizzazione della figura professionale di "spazzacamino qualificato".

L’azione, che ha visto la Provincia e in particolare l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente come partner di riferimento all’interno del progetto, è partita da un’approfondita indagine volta a quantificare l'effettiva offerta (spazzacamini esistenti) e la domanda potenziale, unitamente a una valutazione delle loro attuali modalità di intervento. Parallelamente è stata fatta un'indagine sul quadro normativo operante nei vari territori relativamente alla gestione,  manutenzione e controllo degli impianti di riscaldamento.

Dopo una preliminare attività di analisi delle buone pratiche già in atto nei territori limitrofi al Trentino (a cominciare dalla Provincia autonoma di Bolzano, che vanta una lunga tradizione di formazione e riconoscimento della figura dello spazzacamino), un fondamentale prodotto del progetto è stata la definizione di uno specifico e nuovo profilo professionale di operatore qualificato per la pulizia dei sistemi di evacuazione dei fumi prodotti dalla combustione della biomassa.

Il nuovo profilo ha trovato riconoscimento formale in Trentino con la Delibera della Giunta Provinciale n. 672 del 1 luglio 2021, che ne ha sancito l’inserimento nel Repertorio provinciale dei titoli di istruzione e formazione e delle qualificazioni professionali. In tale ambito si è attivato anche l’iter che consentirà di accedere a un percorso di certificazione delle competenze il cui esito finale consente l’iscrizione nell’elenco provinciale degli “spazzacamini qualificati”.

Per dare concretezza a questa parte del progetto si è poi strutturato uno specifico format didattico e sono stati organizzati sia corsi di formazione di base destinati a persone interessate a diventare spazzacamino, sia corsi di aggiornamento delle competenze rivolti a chi già opera. Ciò ha consentito sia di creare nuove figure sia di migliorare le professionalità già esistenti, anche nell’ottica di supportare concretamente il percorso di certificazione delle competenze propedeutico all’inserimento nell’elenco provinciale degli spazzacamini. Seppure con alcune criticità dovute alla “novità” quasi assoluta di questo tipo di formazione sia teorica che pratica, ma soprattutto per la complessità e durata del percorso (che prevede 164 ore complessive di formazione per il corso base e 34 ore per il corso di aggiornamento), la richiesta formativa è stata molto superiore alle attese, con più di 80 domande di partecipazione, che hanno reso necessario mettere a calendario quattro diverse edizioni dei corsi. Il primo corso, con i primi 20 iscritti, è così iniziato a maggio 2022 e si è concluso a settembre, il secondo è iniziato a settembre e si è concluso a dicembre, il terzo è partito a gennaio 2023 e si concluderà a maggio 2023, mentre il quarto, inizialmente non previsto e poi aggiunto stante l’elevato numero di richieste, è previsto cominciare a inizio estate 2023.

Gabriele Tonidandel

La sezione del sito web di APPA dedicata all'Aria

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APPA informa - Numero 23 - Marzo 2023

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Ultimo aggiornamento:Giovedì, 23 Marzo 2023