Descrizione
01/06/2023L’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (APPA), in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige, ha organizzato un corso destinato ai giornalisti (ma aperto a tutti) intitolato “Comunicare il cambiamento climatico”, tenutosi presso il MUSE - Museo delle Scienze di Trento il 16 maggio 2023.
Relatori sono stati Roberto Barbiero, fisico esperto di clima di APPA, Mauro Buonocore, giornalista del Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, e Antonio Scalari, biologo esperto di giornalismo scientifico del Climate Media Center Italia.
Nessuno potrà dire che non lo sapeva: le evidenze scientifiche
L’intervento di Roberto Barbiero è servito soprattutto per riepilogare quanto gli scienziati ormai affermano pressoché all’unanimità da anni se non decenni: sul pianeta è in corso un surriscaldamento climatico rapido, dagli effetti già visibili e in prospettiva ancora maggiori, tali da compromettere, senza adeguate azioni di mitigazione e adattamento, la vita umana sulla Terra. Tale surriscaldamento è causato in misura preponderante dalle attività umane, e in particolare dalla combustione delle fonti energetiche fossili, e nemmeno su questo ormai si discute più a livello scientifico. Barbiero ha evidenziato come il surriscaldamento climatico riguardi anche, in misura rilevante e già visibile, il contesto alpino, e quindi pure il nostro Trentino, testimoniato in modo eloquente dalla fusione costante e progressiva dei ghiacciai, dalla recente siccità e da eventi climatici estremi come la tempesta Vaia del 2018. Barbiero ha infine evidenziato come, in termini di risposte politiche, si assista ancora a una reazione lenta e insufficiente, anche se ci sono stati segnali positivi come l’approvazione della legge europea sul clima nel 2021, mentre, per quanto riguarda il Trentino, è in corso di definizione, a cura di APPA, la Strategia Provinciale di Mitigazione e Adattamento ai Cambiamenti Climatici.
Mauro Buonocore e Antonio Scalari hanno invece affrontato il tema principale del corso, ovvero la comunicazione del cambiamento climatico. Una comunicazione, hanno spiegato, dalla quale è impossibile ormai esimersi, a meno di non voler agire direttamente contro l’interesse della specie umana, come fanno ancora i pochi negazionisti.
I problemi della comunicazione sul cambiamento climatico, dal false balance alla notiziabilità
Uno dei problemi principali della comunicazione sul cambiamento climatico resta infatti ancora quello del “false balance”, consistente nel dare lo stesso spazio sui media a chi sostiene l’effettività del cambiamento climatico di origine antropica e a chi ancora lo nega, pur trattandosi di oltre il 99% degli scienziati contro meno dell’1%. Altri problemi che impediscono una corretta copertura del tema sono la necessità che il cambiamento climatico risulti notiziabile (e quindi risponda a caratteristiche di novità, attualità, vicinanza, comunicabilità e drammaticità), la scarsità di tempo e spazio da dedicarvi, la necessità di emozionare il pubblico per catturarne l’attenzione. Dalla parte dei destinatari della comunicazione, poi, va rilevata una certa difficoltà per il cittadino medio nel masticare il linguaggio e i contenuti scientifici, come pure la tendenza a eludere certi tipi di notizie come quelle relative al cambiamento climatico, lamentando che rovinano l’umore e generano senso di impotenza o sono troppo difficili da comprendere.
Non si può non parlare di cambiamento climatico: come farlo bene
Il punto è che il cambiamento climatico è ovunque e nessun giornalista (come nessun cittadino) può oggi pensare di poterne prescindere. Come comunicare più correttamente il tema, quindi? Innanzitutto, le redazioni giornalistiche dovrebbero strutturarsi maggiormente, dotandosi di referenti se non di vere e proprie divisioni dedicate al tema. Chi se ne occupa deve per forza di cose partire dalla scienza e acquisire dimestichezza con il lessico e le fonti scientifiche in materia, che sono molto numerose e autorevoli. Dopodiché si può anche pensare di avvicinare il pubblico con messaggi brevi che lo invitino poi ad approfondire, ad esempio usando cinque parole chiave: “reale”, come lo è il cambiamento climatico, “noi”, ovvero la sua matrice antropica, “consenso”, quello fra gli scienziati, “dannoso”, ovvero compromettente per la specie umana, “speranza”, quella di riuscire ancora a scongiurare la catastrofe. Poi si dovrebbe cercare di raccontare le storie di chi il cambiamento climatico lo vive, qui e ora, come capita ormai a tutti noi. Infine, bisogna difendere il tema dagli attacchi dei negazionisti e dei complottisti, che producono vera e propria disinformazione dagli effetti tossici.
Marco Niro