Rapporto sullo stato dell'ambiente 2020 - Metodologia e struttura

Gli obiettivi principali del Rapporto sullo stato dell'ambiente, il contesto normativo e programmatico sui cui è redatto, la metodologia di elaborazione dei dati e la struttura della pubblicazione.

Ultimo aggiornamento:Venerdì, 23 Dicembre 2022

Immagine: Rapporto sullo stato dell'ambiente 2020 - Metodologia e struttura

Descrizione

Tipologia di documento
Presentazione

Obiettivi e destinatari

Il principale obiettivo del Rapporto – un documento che gli obblighi normativi in materia di diffusione delle informazioni ambientali impongono all’amministrazione provinciale di redigere periodicamente – è fornire ai soggetti interessati un quadro d’insieme sintetico, completo e significativo dello stato di salute dell’ambiente trentino, che permetta di valutarlo su basi scientifiche e rigorose. 

Destinatario principale del Rapporto è il decisore pubblico, in particolare quello provinciale, al quale vuole offrire la possibilità di valutare da un lato l’efficacia della precedente pianificazione e programmazione in campo ambientale, dall’altro di orientare quella futura. La Pubblica Amministrazione non è però il solo destinatario: il Rapporto è destinato anche agli imprenditori, alle associazioni, agli istituti di ricerca e, volendo uscire dalla cerchia degli addetti ai lavori, agli stessi cittadini, per fare in modo che tutta la comunità trentina possa fornire, tramite la conoscenza dell’ambiente e del territorio, un concreto contributo all’obiettivo dello sviluppo sostenibile, attraverso l’adozione di pratiche e comportamenti sempre più virtuosi.

Il contesto normativo e programmatico

Predisposto per la prima volta nel 1989 – facendo della Provincia autonoma di Trento una delle amministrazioni in Italia con la più lunga tradizione nel campo della reportistica ambientale – il Rapporto si colloca in un contesto normativo e programmatico ben orientato allo sviluppo sostenibile.

Secondo la definizione “ufficiale”, codificata nel 1987 all’interno del cosiddetto “Rapporto Brundtland” dell’allora Commissione Ambiente e Sviluppo delle Nazioni Unite, “sviluppo sostenibile” significa soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri, coltivando una visione di lungo periodo e la consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni.

Il più importante documento internazionale approvato in questo solco negli ultimi anni è l’Agenda 2030, un protocollo firmato nel 2015 dai 193 Paesi membri delle Nazioni Unite allo scopo di perseguire uno sviluppo sostenibile globale, trasversale e integrato. L’Agenda 2030 afferma una visione integrata della sostenibilità e si compone di 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (OSS), definiti Sustainable Development Goals (SDGs), declinati ed esplicitati in 169 Target. L’Agenda 2030 rappresenta il piano di azione globale per il conseguimento di una trasformazione sostenibile della società, dell’economia e dell’ambiente. I principi guida sono integrazione, universalità, inclusione e trasformazione. Essi permeano tutte le fasi di attuazione, con un approccio trasversale e un coinvolgimento non solo delle istituzioni pubbliche, ma anche delle imprese e della società civile. I 17 Goals sono universali, interconnessi e indivisibili; devono tener conto delle realtà territoriali e sono potenzialmente applicabili ovunque, a livello globale, nazionale e locale (regionale e/o urbano). Ogni Stato, Regione e Provincia autonoma è chiamato a mettere in campo le azioni necessarie al raggiungimento di questi obiettivi/target, il cui grado di avanzamento viene monitorato tramite set di indicatori specifici per ogni Goal.

Il nono Rapporto sullo Stato dell’Ambiente non poteva prescindere da un simile punto di riferimento ed è per questo che ogni capitolo del documento, ove pertinente, è stato correlato ad almeno un Goal specifico di Agenda 2030 e contiene, in chiusura, un breve box di approfondimento sul tema. Il Rapporto si presenta così non solo come strumento utile a inquadrare le condizioni dell’ambiente trentino, ma anche come strumento di supporto al monitoraggio dell’implementazione di Agenda 2030 sul territorio provinciale.

Metodo

In linea con il precedente Rapporto del 2016, anche la nona edizione sviluppa e presenta la sua analisi seguendo il modello PSR (Pressioni - Stato - Risposte), secondo il quale gli sviluppi di natura economica e sociale sono i fattori di fondo che esercitano pressioni (P) sull’ambiente, le cui condizioni (S) cambiano di conseguenza. Questo ha degli impatti sulla salute umana e sugli ecosistemi, per cui vengono richieste risposte (R) da parte della società.

Per rappresentare in maniera chiara e sintetica e per quantificare, quando possibile, ciascun elemento della catena PSR, gli autori del Rapporto hanno fatto ricorso a un variegato set di indicatori ambientali, in tutto 70, selezionati tra quelli principali previsti in letteratura e, in alcuni casi, creati ex novo per quantificare elementi nuovi e peculiari della catena PSR.

Il Rapporto ha avuto come obiettivo l’aggiornamento dei dati al 31 dicembre 2019. Per taluni indicatori non è stato possibile ottenere dati aggiornati a quella data, mentre per altri è stato invece possibile ottenere un aggiornamento successivo. Ogni indicatore è preceduto da un’adeguata presentazione, e le determinazioni territoriali assunte da ciascuno sono presentate sotto forma di grafici, tabelle e cartografie. All’interno di ogni capitolo, dopo la relativa presentazione e illustrazione tramite grafici, tabelle o cartografie, gli indicatori vengono presentati in apposite “stringhe” riassuntive.

Struttura

Il Rapporto offre un quadro molto vasto e diversificato dello stato dell’ambiente trentino, essendo diviso in 20 capitoli contenuti in tre parti. La prima parte è costituita da 10 capitoli (dall’1 al 10) dedicati all’analisi delle pressioni esercitate sull’ambiente dalla demografia e dalle principali attività umane (settori economici, energia, turismo, trasporti, consumi), nonché a specifici fattori di pressione ambientale (produzione di rifiuti, rumore, radiazioni). La seconda parte, costituita da 6 capitoli (dall’11 al 16), è dedicata alle condizioni dell’ambiente in senso stretto e ai suoi elementi: natura e biodiversità, clima, aria, acqua, suolo, rischi ambientali. La terza parte si compone di 4 capitoli (dal 17 al 20) che analizzano le risposte in atto e quelle possibili per la costruzione di relazioni sostenibili tra ambiente e società: informazione, partecipazione, educazione, spesa pubblica, autorizzazioni e valutazioni, controlli