La qualità delle acque del Trentino e la rete di monitoraggio

In tema di qualità delle acque, i Paesi dell’Unione Europea, in attuazione della Direttiva quadro in materia di acque (2000/60/CE), hanno l’obbligo di raggiungere un obiettivo giuridicamente vincolante: uno stato di qualità “buono” per tutte le acque entro il 2027

Ultimo aggiornamento:Lunedì, 08 Gennaio 2024

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La qualità delle acque 

La qualità dei corpi idrici

L’entrata in vigore del D.Lgs. 152/06, che ha recepito la Direttiva 2000/60/CE, ha proposto importanti modifiche relative alla metodologia di monitoraggio dei corpi idrici. L’obiettivo del decreto è di “stabilire un quadro generale coerente ed esauriente dello stato ecologico e chimico delle acque all’interno di ciascun bacino idrografico”, con lo scopo di raggiungere l’obiettivo di qualità “buono” per tutti i corpi idrici nazionali e mantenere lo stato elevato per i corpi idrici a cui è già attribuito. 

Tipizzazione dei corpi idrici

  • Tipizzazione dei corpi idrici fluviali

Per riuscire a classificare la qualità ecologica dei corsi d’acqua, l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (APPA) ha individuato e tipizzato i corpi idrici per tutta la rete idrografica della provincia di Trento secondo la metodologia prevista dal D.M. 131/08. Un corso d’acqua per essere tipizzato e suddiviso in corpi idrici deve avere un bacino scolante uguale o maggiore a 10 km2; il corpo idrico è un tratto omogeneo di corso d’acqua, definito in base a caratteristiche geografiche, climatiche, morfologiche e di pressioni dovute all’azione dell’uomo, ed è l’unità a cui fare riferimento per riportare e accertare la conformità agli obiettivi ambientali di cui al D.Lgs. 152/06. In provincia di Trento sono stati quindi individuati 377 corpi idrici fluviali e sono stati inseriti nei Piani di gestione del distretto idrografico delle Alpi orientali e dell’Autorità di bacino del fiume Po.

  • Tipizzazione dei corpi idrici lacustri

Per quanto riguarda i corpi idrici lacustri, la tipizzazione, in ottemperanza a quanto riportato nel D.M. 16 giugno 2008 n. 131, è stata effettuata già nel precedente ciclo di pianificazione per tutti i laghi della Provincia di Trento con superficie ≥ 0.2 km2 e per tutti gli invasi di superficie > 0.5 km2. La metodologia prevede l’utilizzo dei seguenti descrittori: latitudine, quota, profondità media/massima, superficie, alcalinità, origine, conducibilità e stratificazione termica. L’applicazione della metodologia ha portato all’identificazione di 9 tipologie lacustri per la Provincia di Trento; i laghi tipizzati sono in tutto 21, di cui 9 naturali e 12 che rientrano nella definizione di invasi. Per quanto concerne infine l'identificazione preliminare dei corpi idrici lacustri fortemente modificati, prevista dal Decreto 27 novembre 2013, n.  56, non vi sono variazioni rispetto al precedente Piano. I CIFM lacustri presenti sul territorio trentino sono 13.

Immagine: 1_corpi idrici

I 377 corpi idrici fluviali ed i 21 corpi idrici lacustri della Provincia Autonoma di Trento

 

  • Tipizzazione dei corpi idrici sotterranei

I criteri per l’identificazione e la distinzione dei corpi idrici sotterranei sono stati approvati con D.Lgs. 16 marzo 2009, n. 30. Seguendo questi criteri il territorio della Provincia di Trento può essere suddiviso in vari complessi idrogeologici. Complessivamente sono stati individuati 3 complessi idrogeologici principali: le Alluvioni vallive delle principali vallate trentine (AV); i Calcari, ovvero i Massicci sedimentari calcareo dolomitici che occupano la parte Centro-Meridionale ed Orientale del territorio (CA); le Vulcaniti, ovvero i Gruppi montuosi legati a rocce di origine magmatica e metamorfica (VU). Rispetto al precedente ciclo di pianificazione, per ciascun complesso idrogeologico sono stati ridefinite le geometrie dei corpi idrici sotterranei, al fine di delineare delle porzioni di acquifero il più possibile omogenee sia da un punto di vista delle caratteristiche quali-quantitative che in relazione ad un quadro aggiornato delle pressioni antropiche insistenti. Rispetto al precedente Piano si è dunque passati da 10 a 22 corpi idrici sotterranei.
 
Rete di monitoraggio

Per strutturare la rete di monitoraggio sui corpi idrici fluviali e lacustri è stato predisposto un programma specifico, scegliendo gli elementi di qualità biologica (EQB) da monitorare, definendo il protocollo analitico chimico, attivando il monitoraggio idromorfologico e stabilendo le relative frequenze di campionamento.

La rete di monitoraggio dei corpi idrici superficiali relativa al sessennio di monitoraggio 2014-19, assieme alle informazioni relative allo stato ambientale dei corpi idrici e alle pressioni a cui sono sottoposti, può essere consultata in modo interattivo al seguente link:
https://www.appa.provincia.tn.it/Documenti-e-dati/Documenti-tecnici-di-supporto/Schede-informative-dei-corpi-idrici-provinciali

Rete di monitoraggio dei corpi idrici fluviali

La rete di monitoraggio 2020-2025 è costituita da 158 stazioni di monitoraggio ed articolata in quattro tipologie (rete operativa, di sorveglianza, rete nucleo e monitoraggio di indagine); copre tutti i corpi idrici principali, soprattutto quelli che sono soggetti a pressioni antropiche o che rappresentano storicamente punti significativi di controllo. Al fine di conseguire il miglior rapporto tra costi del monitoraggio e informazioni utili alla tutela delle acque si sono quindi distinti i seguenti tipi di monitoraggio:

  • monitoraggio operativo (63 punti): corpi idrici che sono a rischio di non raggiungere l’obiettivo di qualità “buono”. Tale rischio può derivare da pressioni diffuse come l’agricoltura, puntiformi quali scarichi civili o industriali, oppure ancora da modificazioni morfologiche quali briglie, argini, variazioni di livello dovute a uso idroelettrico. Il monitoraggio operativo è effettuato con cadenza triennale;
  • monitoraggio sorveglianza (54 punti): i corpi idrici che hanno già giudizio buono o elevato, selezionandone un numero rappresentativo, al fine di fornire comunque una valutazione dello stato complessivo di tutte le acque superficiali di ciascun bacino. Il monitoraggio di sorveglianza è effettuato con cadenza sessennale;
  • monitoraggio d’indagine (13 punti): viene effettuato di volta in volta su quei corpi idrici dove sono necessari controlli per situazioni di allarme (ad esempio per segnalazioni di sversamenti e/o contaminazioni puntiformi ed occasionali) o dove vi è incertezza nella classificazione. Questi monitoraggi vengono programmati di anno in anno;
  • rete nucleo (28 punti): i corpi idrici in cui sono stati identificati i siti di riferimento (ovvero siti in cui l’alterazione dovuta alle attività umane è talmente ridotta che si può considerare ininfluente) e i corpi idrici su cui ricade una diffusa attività antropica. I risultati dell’applicazione degli indici sugli elementi di qualità biologica nei siti di riferimento sono quelli a cui rapportarsi per la classificazione dello Stato Ecologico. Il monitoraggio della rete nucleo è effettuato con cadenza triennale.

Rete di monitoraggio dei corpi idrici lacustri

In base alle indicazioni normative devono essere sottoposti a monitoraggio tutti i corpi idrici lacustri tipizzati la cui superficie risulta ≥ 0,5 km². Per la Provincia di Trento la rete di monitoraggio dei corpi idrici lacustri è costituita da 7 laghi, 6 in monitoraggio operativo e il lago di Molveno in monitoraggio rete nucleo.

Nella tabella sottostante sono riportati i laghi monitorati in Trentino. Non è presente il lago di Garda in quanto monitorato congiuntamente con ARPA Veneto e ARPA Lombardia, secondo quanto disposto in un accordo di programma ufficializzato nel 2015. 

 

Immagine: 2_Elenco dei copri idrici

Elenco dei corpi idrici lacustri inseriti nella rete di monitoraggio provinciale

 

Rete di monitoraggio dei corpi idrici sotterranei

Nel novembre 2019 il Servizio Geologico della PAT ha ridefinito i corpi idrici sotterranei, sulla base di conoscenze aggiornate in base alle competenze istituzionali, cosa prevista e incoraggiata dalla normativa (D. Lgs. n. 30 del 2009), facendoli aumentare attraverso suddivisioni specifiche, passando da 10 a 22. Per questo motivo è stato necessario adeguare la rete dei punti di prelievo progettata per gli originari 10 corpi idrici ai nuovi 22 in base a giudizio esperto del Serv. Geologico e di APPA, vagliando cioè la rappresentatività idrogeologica e la completezza dei dati, confermando 28 punti su 32.

Nel sessennio precedente lo stato dei corpi idrici era buono, in questo caso il monitoraggio richiesto dalla norma è di sorveglianza, ma la frequenza di campionamento impostata a livello provinciale è in generale più alta rispetto al minimo richiesto: per i quattro corpi idrici vallivi monitorati (Valli dell’Adige, del Brenta, del Chiese e del Sarca) i prelievi sono stati semestrali, mentre per i rimanenti corpi idrici montani monitorati sono stati annuali. Per i quattro corpi idrici non presidiati da un punto di prelievo, è stato necessario identificare un corpo idrico dal quale mutuare il giudizio di stato chimico. Segue una mappa con l’ubicazione dei punti di monitoraggio sui 22 corpi idrici.

 

Immagine: 3_Tipo corpi idrici

  
Classificazione dei corpi idrici

La qualità dei laghi e dei fiumi si basa sulla valutazione dello Stato Chimico e dello Stato Ecologico.

Per la valutazione dello Stato Chimico dei corpi idrici fluviali e lacustri è stata definita a livello europeo una lista di sostanze pericolose dette ‘prioritarie’, per le quali sono previsti dei limiti chiamati “Standard di Qualità Ambientale”. Lo Stato Chimico si classifica “Non Buono” o “Buono” in base al superamento o meno di questi limiti. Le sostanze identificate come ‘prioritarie’, che concorrono a definire lo Stato Chimico, comprendono ad esempio alcuni tipologie di fitofarmaci, idrocarburi o metalli pesanti, pericolosi nell’ambiente perché possono accumularsi all’interno degli organismi viventi.

Per la valutazione dello Stato Ecologico dei corpi idrici fluviali e lacustri è previsto il monitoraggio di alcune componenti biologiche e l’analisi di alcuni parametri chimico-fisici a cui si affiancano aspetti idrologici e morfologici. Le componenti biologiche dei fiumi considerate da APPA per il monitoraggio dei corsi d’acqua alpini ai fini della classificazione per lo Stato Ecologico sono i macroinvertebrati, le diatomee, le macrofite (piante acquatiche macroscopiche) ed i pesci. Per i laghi invece si prendono in considerazione il fitoplancton e le macrofite, i pesci ed il benthos di fondo (organismi acquatici che vivono in stretto contatto con il fondo). La classe di Stato Ecologico è data dal risultato peggiore tra quelli ottenuti dalle componenti monitorate. L’integrazione dei risultati relativi agli EQB e agli elementi chimici (sia quelli di base che quelli specifici) porta all’assegnazione dello Stato Ecologico per ciascun corpo idrico inserito nella rete di monitoraggio.

Per i corpi idrici sotterranei la normativa prevede il controllo dello stato quali-quantitativo delle acque sotterranee attraverso il monitoraggio di parametri fisico-chimici su unità omogenee, i corpi idrici sotterranei, più volte l’anno per un periodo di tre o sei anni in funzione della situazione in cui versano le stesse (D. Lgs. 152 del 2006, modificato dal D. Lgs. 30 del 2009 e dal D. M. 16 luglio 2016).

 

Classificazione dei corpi idrici fluviali

Nell’allegato D del PTA sono riportati i risultati ottenuti dal monitoraggio eseguito sui corpi idrici fluviali ai sensi del D.Lgs. 152/06 (allegato 1 alla parte terza); è la tappa conclusiva nel processo di classificazione dei corpi idrici fluviali per il sessennio di pianificazione 2014-2019. Attualmente il 13.5 % dei corpi idrici fluviali non raggiunge lo stato di qualità “buono”.
Tali risultati sono consultabili al seguente link https://www.appa.provincia.tn.it/Documenti-e-dati/Documenti-tecnici-di-supporto/Piano-di-Tutela-delle-acque-2022-2027

Immagine: 4_Stato o Potenziale ecologico Corpi idrici Fluviali

Stato o Potenziale ecologico Corpi idrici Fluviali

 

Classificazione dei corpi idrici lacustri

L’Allegato E del Piano Provinciale di Tutela della Qualità dell’Acqua è l’allegato tecnico che contiene la classificazione dei corpi idrici lacustri riferita al sessennio 2014-2019.  In base alle indicazioni normative devono essere sottoposti a monitoraggio tutti i corpi idrici lacustri tipizzati la cui superficie risulta ≥ 0,5 km2. Per la Provincia di Trento, dei 21 corpi idrici lacustri tipizzati, 14 hanno una superficie maggiore di 0.5 km2. I laghi monitorati sono 7, oltre al lago di Garda monitorato congiuntamente a Veneto e Lombardia. I rimanenti laghi, perlopiù invasi posti a quote elevate, non vengono monitorati per problematiche legate all’accesso in sicurezza.

Immagine: 5_Stato.eco

Ripartizione nelle diverse classi di Stato Ecologico dei corpi idrici lacustri sottoposti a monitoraggio

Classificazione dei corpi idrici sotterranei

L’Allegato F del Piano Provinciale di Tutela della Qualità dell’Acqua è l’allegato tecnico che contiene la classificazione dei corpi idrici sotterranei I dati di monitoraggio raccolti portano a giudicare in stato chimico (qualitativo) buono 21 corpi idrici (4 dei 22 corpi idrici sono privi di punti di monitoraggio, per ciascuno è stato mutuato il giudizio qualitativo dal più simile). L’unico corpo idrico in stato non buono risulta essere il ITB22AVTN03 - “VALLE DEL CHIESE”, che nel 2018 e nel 2019 ha visto superamenti delle concentrazioni di acido PerFluoroOttanSolfonico (PFOS). Lo stato quantitativo di tutti i 22 corpi idrici sotterranei provinciali è buono, ed è stato stabilito in base all’analisi delle tendenze dei livelli nei piezometri, dove presenti, o all’assenza di pressioni .

Presentazione Video "Piano Tutela delle Acque" a cura di Catia Monauni e, a partire dal minuto 47:20, "Schede informative dei corpi idrici provinciali" a cura di Carla Pendino

Tempi e scadenze

Data di inizio validità/efficacia
01/01/2022

Ulteriori informazioni

Piano di Tutela delle acque 2022-2027

Approvato dalla Giunta provinciale, su proposta del vicepresidente e assessore all'Urbanistica e Ambiente Mario Tonina, il PTA - Piano di Tutela delle Acque 2022-2027.

Ulteriori dettagli

Rapporto sullo stato dell'ambiente 2020

In queste pagine è possibile consultare il Rapporto sullo stato dell'ambiente 2020 (RSA 2020)

Ulteriori dettagli

Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152

Norme in materia ambientale.

Ulteriori dettagli

Ultimo aggiornamento:Lunedì, 08 Gennaio 2024

Data: Martedì, 18 Aprile 2023