Descrizione
01/03/2023Il Piano di Tutela delle Acque (PTA), redatto dall’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente, è lo strumento che la Giunta provinciale approva per conseguire la tutela e la gestione sostenibile delle risorse idriche trentine. Con Delibera n. 2320 del 16 dicembre 2022, la Giunta provinciale ha approvato il Piano di Tutela delle Acque relativo al periodo 2022-2027, che definisce gli interventi di protezione e risanamento e l’uso sostenibile dell’acqua, individuando le misure di tutela qualitativa e quantitativa finalizzate al mantenimento dello stato buono ed elevato per la maggior parte dei corpi idrici e al raggiungimento dello stato buono per i corpi idrici in stato sufficiente, scarso o cattivo.
Le pressioni ambientali sulle acque trentine e il loro stato ecologico attuale
Le pressioni antropiche principali sui corpi idrici sono legate ai reflui fognari o agli scarichi industriali. Un'altra criticità è dovuta all’inquinamento diffuso legato all’agricoltura intensiva, anche perché lungo i corsi d’acqua spesso mancano le fasce riparie, che funzionano come filtri che impediscono l'arrivo al torrente dei nutrienti e dei fitofarmaci che provengono dal territorio circostante. A ciò si aggiunge la mancanza d’acqua legata alla pressione da derivazioni, che riduce molto la quantità di acqua in alveo e concentra i nutrienti e gli inquinanti presenti in acqua. In alcune zone del Trentino, dove questi fattori vanno a sommarsi, i corpi idrici ne risentono particolarmente: Val di Non, Val di Sole, Valle dell’Adige, Bleggio e Valsugana.
L'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente (APPA) ha il compito di classificare 377 corpi idrici fluviali, 8 lacustri e 21 sotterranei. In base al monitoraggio effettuato da APPA nel sessennio 2014-2019, i corpi idrici fluviali in stato inferiore a buono sono 51 su 377, mentre quelli lacustri 6 su 8. Si tenga presente che i laghi richiedono molti anni per risolvere le problematiche che li caratterizzano, perché si tratta di ecosistemi chiusi; ad esempio, alcuni laghi trentini risentono ancora del fatto che, negli anni Settanta e Ottanta, i reflui fognari finivano al loro interno, come nel caso del lago di Caldonazzo.
Le misure del nuovo Piano
Le misure del nuovo Piano di Tutela delle Acque prevedono sia provvedimenti quali divieti, vincoli e attività di sorveglianza e controllo, sia interventi pianificatori e politiche ambientali quali codici di buona pratica, progetti educativi e accordi negoziati con le varie categorie economico-produttive interessate.
Per il comparto civile si procederà all’attuazione di importanti interventi di completamento e miglioramento del sistema di depurazione delle acque reflue urbane previsti dal Piano provinciale di risanamento delle acque e dalla attività di indagine delle difformità negli allacciamenti alle reti. Per le acque reflue industriali, invece, sono previsti interventi mirati laddove le problematiche sono note e le soluzioni tecniche facilmente individuabili.
Per mitigare la pressione da inquinamento diffuso (agricoltura e allevamento), le misure prevedono attività di formazione, quali incontri informativi con gli allevatori e formazione mirata agli agricoltori in occasione dei corsi per rilascio o il rinnovo delle abilitazioni all’acquisto, all’utilizzo e alla vendita dei prodotti fitosanitari.
Altre misure sono concordate nell'ambito di due accordi di programma: uno tra Provincia autonoma di Trento, Fondazione Edmund Mach, Federazione provinciale allevatori, Associazione consorziale dei produttori ortofrutticoli trentini (APOT) e Consorzio di tutela dei vini del Trentino, per l'attuazione di misure per una gestione sostenibile degli effluenti zootecnici, ed uno tra Provincia autonoma di Trento, Fondazione Edmund Mach, Associazione consorziale dei produttori ortofrutticoli trentini (APOT), Consorzio di tutela dei vini del Trentino e Federazione dei Consorzi Irrigui e di Miglioramento fondiario, per l'attuazione delle misure per il miglioramento della qualità dei corpi idrici con impatti da fitofarmaci utilizzati in agricoltura.
Per mitigare la pressione delle derivazioni idriche sono altresì previsti interventi di riequilibrio delle portate, anche attraverso la rimodulazione del Deflusso Minimo Vitale in fase di rinnovo delle concessioni.
Cambiamenti climatici e qualità ecologica delle acque
Le Alpi costituiscono una sorta di “hotspot” del cambiamento climatico, che mette a rischio anche le risorse idriche del Trentino, vitali per gli ecosistemi naturali e per la maggior parte delle attività economiche. Per questo, all’interno del PTA è prevista anche una sezione riguardante i cambiamenti climatici e le relative “misure di adattamento”.
Le criticità per la risorsa idrica, negli ultimi anni, si sono concentrate nel periodo estivo, durante il quale c’è più bisogno di acqua. Le precipitazioni, infatti, si concentrano con sempre maggior frequenza in un periodo breve, impedendo alle falde di ricaricarsi. Si entra così in un circolo vizioso, perché l’agricoltore e gli altri soggetti che hanno bisogno di acqua necessitano di maggiore risorsa proprio nel periodo in cui scarseggia di più.
Per coordinare una risposta trentina al cambiamento climatico, la Provincia autonoma di Trento ha definito il programma “Trentino Clima 2021-2023”, che porterà all’elaborazione ed adozione della “Strategia provinciale di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici”. In questa strategia ci saranno risposte anche per i problemi che l’innalzamento delle temperature e gli eventi estremi causano alle risorse idriche. Sarà necessaria una diversa e più attenta pianificazione della gestione idrica, il cui deficit sarà probabilmente maggiore in estate e autunno, in particolare nei periodi di siccità e in concomitanza con una maggiore competizione tra gli utilizzi antropici, in particolare tra produzione idroelettrica (maggior fabbisogno di energia per il condizionamento a causa delle temperature più elevate) e l’agricoltura (maggior fabbisogno irriguo a causa della stagione vegetativa più lunga e della maggior evapotraspirazione).
Catia Monauni