“Green Film”, una certificazione che funziona

Il marchio di qualità ambientale per le produzioni audiovisive ideato da Trentino Film Commission e verificato dall'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente è stato sottoposto a uno studio che ne evidenzia l’efficacia
(APPA informa - Numero 25 - Settembre 2023)

Data di pubblicazione:Venerdì, 01 Settembre 2023

Immagine: green film

Descrizione

01/09/2023

Viviamo nel mondo dell’immagine, che sempre più spesso è immagine in movimento. Social e piattaforme hanno favorito la proliferazione dei prodotti audiovisivi: film, serie, documentari sono ormai ovunque accessibili a chiunque disponga di una connessione a internet. Come ogni altra attività umana, anche le produzioni audiovisive generano impatti ambientali più o meno significativi in vari ambiti, e la frequenza con cui tali produzioni hanno luogo oggi giustifica lo sforzo di chi si adopera per provare a ridurre tali impatti.

Il progetto “Green Film”: ridurre l’impatto ambientale delle produzioni audiovisive

Tra i vari soggetti che da qualche tempo si stanno impegnando in tal senso, uno dei più attivi, in Italia e nel mondo, è Trentino Film Commission. Già nel 2016, con approccio pionieristico, Trentino Film Commission, che come ogni film commission si occupa di favorire in vari modi la produzione cinematografica sul proprio territorio, si pose il problema di valutare l’impatto ambientale generato delle produzioni audiovisive al fine di favorirne la riduzione. Scaturì in tal modo il progetto “Green Film”, che scelse come strumento d’azione quello impegnativo ma autorevole della certificazione ambientale, in un’epoca in cui in Italia non esisteva nulla di simile: in collaborazione con l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente della Provincia autonoma di Trento (APPA), fin dall’inizio partner di progetto, Trentino Film Commission definì un disciplinare in grado di ridurre, se applicato, gli impatti ambientali più significativi di una produzione audiovisiva.

“Green Film” è diventato così anche il nome del marchio di qualità ambientale che Trentino Film Commission rilascia ai prodotti audiovisivi (film o documentari) che dimostrino il rispetto di tale disciplinare, a seguito di una verifica di terza parte indipendente (affidata oggi alle pubbliche agenzie per la protezione dell’ambiente che abbiano deciso di accreditarsi in qualità di organismi di verifica competenti sul rispettivo territorio - ovvero al momento, oltre a quella trentina, anche le agenzie del Veneto, dell’Emilia-Romagna e della Sicilia - e, in assenza di pubbliche agenzie accreditate, agli istituti di certificazione privati che abbiano ottenuto l’accreditamento - ovvero al momento Bureau Veritas, DNV e Rina).

Il disciplinare Green Film è costituito, nella versione attualmente vigente, da due requisiti obbligatori e 17 facoltativi. I due requisiti obbligatori impongono, prima delle riprese, la redazione e la diffusione alla troupe di un piano di sostenibilità e di un piano di ottimizzazione dei trasporti. I requisiti facoltativi richiedono misure di sostenibilità energetica (eliminazione dei generatori di corrente, ricorso all’elettricità da fonti rinnovabili, uso esclusivo delle luci a LED), di mobilità sostenibile (uso di mezzi a ridotte emissioni, alloggi nei pressi del set, alloggi presso strutture eco-certificate), di riduzione dei rifiuti legati al consumo di alimenti e bevande (eliminazione dell’acqua in bottiglia, eliminazione dei cestini usa e getta nel catering, uso esclusivo di stoviglie riutilizzabili, eliminazione delle cialde e dei bicchieri usa e getta per la pausa-caffè), di scelta ecologica dei materiali (vernici e legname eco-certificati per le scenografie, materiali riciclati o da filiere del riuso, cessione dei materiali dopo le riprese per favorirne il riutilizzo, eliminazione delle comunicazioni cartacee), di raccolta differenziata dei rifiuti e di comunicazione ambientale.

Dal 2016 a oggi (giugno 2023) hanno ottenuto la certificazione 96opere audiovisive, realizzate non solo in Italia ma anche in altre parti del mondo, in quanto nel frattempo il progetto “Green Film” è riuscito a imporsi come punto di riferimento del cinema green non solo a livello nazionale (dove è stato riconosciuto, fra gli altri, dall’Italian Film Commission e dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), ma anche al di fuori del nostro Paese, con l’adozione del marchio “Green Film” da parte di varie film commission straniere.

Il “Green Film Research LAB”: quantificare l’efficacia dell’impegno ambientale

A fronte di una tale diffusione, è stato inevitabile per Trentino Film Commission preoccuparsi a un certo punto di valutare scientificamente la ricaduta e l’efficacia ambientale del marchio “Green Film”. Questo ha portato alla nascita, nel 2021, del progetto di ricerca denominato “Green Film Research LAB”.

Coordinato dalla medesima Trentino Film Commission con la collaborazione di APPA e il supporto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il progetto di ricerca si è posto come primo obiettivo quello di valutare, lungo l’intero ciclo di vita di una produzione audiovisiva, non solo le ricadute ambientali (quantificate in termini di emissioni di CO2 equivalente evitata), ma anche quelle economiche (quantificate in termini di denaro risparmiato) derivanti dall'applicazione del disciplinare “Green Film” alla produzione audiovisiva.

Per raggiungere lo scopo, è stato necessario procedere con un’analisi comparativa tra un campione significativo di cinque produzioni audiovisive che hanno richiesto il marchio “Green Film” e un campione significativo di cinque produzioni audiovisive realizzate con metodi “tradizionali” (secondo il cosiddetto “business as usual”), che hanno avuto luogo in Italia tra la fine del 2021 e la fine del 2022, ciascuna con una media di 28 giorni di riprese e 57 membri della troupe.

I dati utilizzati nell’analisi sono innanzitutto quelli raccolti mediante sopralluoghi “sul campo”, durante le riprese delle dieci produzioni coinvolte. Parallelamente alla raccolta dei dati primari sito-specifici è stata effettuata una raccolta di dati secondari, ovvero provenienti da basi di dati e da letteratura scientifica.

La valutazione delle ricadute ambientali ed economiche è stata fatta per ciascun requisito del disciplinare “Green Film” (con l’eccezione dei requisiti “gestionali”, di difficile quantificazione, ovvero i due obbligatori - “Piano della sostenibilità” e “Piano di ottimizzazione dei trasporti” - e il facoltativo “Pubblicizzare e promuovere la sostenibilità”)[1].

I confronti effettuati tra produzioni “Green Film” (GF) e produzioni “business as usual” (BAU) sono stati in tutto 21, in quanto alcuni dei 16 requisiti del disciplinare “Green Film” presi in esame presentano più opzioni di attuazione.

Per ognuno dei 21 confronti è stato quantificato tanto il dato assoluto dello scenario GF quanto quello dello scenario BAU: chilogrammi di CO2 equivalente per persona/giorno (kg CO2 eq./ p*d) per quanto riguarda l’analisi ambientale ed € per persona/giorno per quanto riguarda l’analisi economica; è stata inoltre quantificata anche la variazione percentuale tra gli scenari.

I risultati: “Green Film” tende a ridurre non solo le emissioni di gas serra,  ma anche i costi

Ecco riassunti, qui di seguito, i principali esiti dello studio, dopo la revisione effettuata dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente dell’Emilia-Romagna, scelta da Trentino Film Commission per validare il lavoro svolto e renderlo più autorevole:

  • in 19 confronti su 21 lo scenario GF presenta una riduzione delle emissioni di CO2 equivalente rispetto allo scenario BAU[2], e in 8 casi la riduzione supera il 50%;
  • in 13 confronti su 20[3] lo scenario GF presenta anche una riduzione dei costi rispetto allo scenario BAU, e in 6 casi il risparmio supera il 90%;
  • per quanto riguarda i 7 casi in cui conformarsi al disciplinare “Green Film” comporta un costo aggiuntivo, solo in un caso l’aumento supera il 50% (requisito “Luci a LED”);
  • i requisiti del disciplinare “Green Film” che permettono la riduzione maggiore delle emissioni di CO2 equivalente in termini assoluti rispetto allo scenario BAU sono: “Riutilizzo dei materiali di scena” (- 2,63 kg CO2 eq./ p*d), “Materiali riciclati o derivanti dal riuso” (- 1,29 kg CO2 eq./ p*d), “Alloggi: strutture ricettive certificate” (- 1,04 kg CO2 eq./ p*d); “Luci a LED” (- 1,01 kg CO2 eq./ p*d).

Rinviando allo studio integrale per il dettaglio su ciascuno dei 21 confronti e ogni altro aspetto, va evidenziato in conclusione che l’analisi condotta nell’ambito del “Green Film Research LAB” ha confermato l’effettiva e sensibile efficacia del disciplinare “Green Film” nel favorire la realizzazione di produzioni audiovisive più sostenibili dal punto di vista ambientale, in particolare per quanto riguarda le emissioni di gas a effetto serra. I risultati di questa analisi permetteranno lo sviluppo di uno strumento di valutazione preliminare degli impatti della produzione audiovisiva, uno strumento di analisi speditiva e al contempo di informazione e comunicazione che potrà essere di supporto ai produttori nella realizzazione di opere audiovisive a ridotto impatto ambientale. Allo stesso tempo, i risultati potranno essere utilizzati per indirizzare i decisori politici nell’adozione di politiche e strumenti ambientalmente più efficaci ed efficienti nel sostegno alle produzioni audiovisive, agevolando la transizione ecologica del settore.

Marco Niro

[1] L’analisi ambientale è stata condotta secondo la metodologia dell’Analisi del Ciclo di Vita (Life Cycle Assessment, LCA), secondo le norme UNI EN ISO 14040:2021 e 14044:2021; inoltre, essendo stato scelto di valutare i risultati dello studio LCA in termini di impronta di carbonio (chilogrammi di CO2 equivalente), è stata presa anche come riferimento la norma UNI EN ISO 14067:2018. L’analisi economica è stata invece effettuata tramite la metodologia Life Cycle Costing (costo del ciclo di vita, LCC).

[2] Lo scenario GF non risulta il migliore nel caso dei requisiti “Mezzi Euro 6, ibridi, a metano, GPL e/o elettrici” (in quanto la valutazione ambientale espressa in termini di CO2 evitata non considera l’impatto in termini di inquinamento atmosferico dovuto agli altri inquinanti emessi dai veicoli) e “Somministrazione dei pasti”, nell’opzione “somministrazione esclusiva presso esercizi di ristorazione” (in quanto tale opzione favorisce sì la riduzione dei rifiuti rispetto alla somministrazione a mezzo catering, ma genera impatti ambientali aggiuntivi legati al trasporto dei membri della troupe dai set agli esercizi di ristorazione).

[3] Per l’azione “Elettricità verde”, nell’opzione “produzione diretta da fonti rinnovabili”, i costi non sono risultati confrontabili.

Il sito web dedicato al marchio "Green Film"

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APPA informa - Numero 25 - Settembre 2023

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